“Con
la morte di Gianni Versace l’Italia e il mondo perdono lo stilista che ha
liberato la moda dal conformismo, regalandole la fantasia e la creatività”.
Ipse
dixit l’amico Franco Zeffirelli.
L’OMICIDIO
- E’ il 15 luglio del 1997 quando Gianni cade a terra sulla scalinata dell’ingresso
di Casa Casuarina, a Miami, colpito prima alla nuca e poi al viso quando era
già terra. E' morto poche ore dopo al Jackson Memorial Hospital. Aveva 50
anni. Un’esecuzione vera e propria che la polizia attribuì al venticinquenne
filippino Andrew Phillip Cunanan, gay, forse marchetta di lusso, forse killer
professionista, forse assassino di altre quattro persone, che si suicidò otto giorni dopo perché la polizia aveva scoperto il suo nascondiglio. L’omicidio di
Versace è stato inserito dal Time nella classifica dei “Venticinque maggiori
crimini del secolo”.
IL
FUNERALE - Al Duomo di Milano, fu impedito che venisse nominato nella funzione
il compagno Antonio d’Amico. Donatella disse al Corriere della Sera che erano
state le autorità ecclesiastiche a mettere il veto. E Antonio, infatti, quel giorno
stava in un angolo, con la bocca cucita, senza poter dire nemmeno una parola in
ricordo del compagno di una vita, con cui viveva in simbiosi dal 1982. Elton
John dichiarò: “Una Messa ingessata,il prete volle controllare anche i testi
dei salmi che avremmo voluto cantare io e Sting. Fu un’esperienza orribile”.
L’EREDITA’
– Un capitolo forte. Il testamento olografo redatto nel 1996 annullò quello del
1990. Il ’96 era stato anno particolare: Gianni aveva vinto la sfida con un tumore e era tornato a lavorare con più
entusiasmo di prima. E’la sua “Little Princess” Allegra, la figlia di sua
sorella Donatella e del modello Paul Beck, ad ereditare il 50% dell’impero
della Medusa. Aveva 11 anni all’epoca. Aveva assistito al primo defilè quando
aveva pochi giorni di vita, aveva sfilato per la prima volta a otto anni e andava
in vacanza con Naomi Campbell. Zio Gianni la definiva “Il futuro della nostra
dinastia”. La adorava. Fece anche confezionare da Hermès una Kelly in
miniatura, solo per lei, uno dei tanti regali costosissimi. Ad Allegra è andata
la metà delle azioni Versace, a sua madre Donatella il 20% e all’altro zio,
Santo, il 30%. Tagliati fuori i due figli di Santo, Gianni aveva nominato nel
testamento anche il suo compagno Antonio e il fratello minore di Allegra,
Daniel, che all’epoca aveva otto anni. Al primo lascia un assegno mensile di 50
milioni di lire e il diritto di vivere nelle case di Milano, Miami e New York.
Al secondo numerose opere d’arte di grande valore, tra cui spiccano quadri di
Leger e di Picasso.
Allegra,
spente le diciotto candeline posizionate sulle diciotto torte durante la sua mega
festa all’Alcatraz, è entrata in possesso delle quote. Ma è a venticinque anni che
si convince a partecipare attivamente nel Cda. “Me lo ha chiesto mamma”, dirà.
ANTONIO
D’AMICO – “Donatella non mi ha mai amato, neppure negli anni in cui sono stato
con Gianni e mi piacerebbe che Allegra, per cui ero zio Antonio, un giorno mi
facesse una telefonata”. Per i dissapori con la famiglia Versace ha rinunciato
a una parte dell’eredità, è stato allontanato dalla Maison e ancora non crede
alla storia del mitomane identificato come autore dell’omicidio: “L’indagine è stata chiusa
troppo in fretta". Ha un nuovo compagno (da sette anni), Alberto, che ogni tanto
chiama “Gianni” per errore e una nuova vita. Ha passato momenti difficili,la
depressione lo aveva portato a tentare anche il suicidio, nel 2002, con un
cocktail di tranquillanti. Ma Gianni rimane comunque un pensiero fisso.
Sono
passati già quindici anni dal giorno della sua morte. Ma il mondo della moda non se ne fa ancora una
ragione.Gianni resterà nella storia, per sempre. Uno stilista con il suo estro lo devono ancora inventare.
Rip,
Gianni-icona-Versace.