venerdì 9 marzo 2012

Icone: Inès de la Fressange


“Ci vuole stile. Per vincere e per perdere. Per ereditare una fortuna e per vederla scomparire. Per sposare un uomo e poi assistere alla sua morte. Per crescere una figlia bellissima e infine sentirsi una madre non più giovane. Ci vuole stile. Né bellezza, né gambe lunghe e nemmeno la famosa taglia zero. Stile.”. Passo tratto da “La Parigina – guida allo chic” di Inès de la Fressange. Lei è un’icona, il libro una Bibbia. Inès è nata nel 1957, figlia di un marchese e di una modella argentina nella vita è stata modella, manager, designer, moglie, vedova e madre di due figlie, e da poco è diventata anche scrittrice.
Musa di Karl Lagerfeld e volto di Chanel negli anni 80, oggi è ambasciatrice di stile per Roger Vivier fortemente voluta da Diego della Valle e testimonial L’Oreàl. Non ha paura di invecchiare Inès e al look griffato preferisce la “contaminazione”, mixare capi vintage con capi low cost o di alta moda. Non vestirebbe mai dalla testa ai piedi con lo stesso marchio e considera esempi di femminilità Audrey Hepburn e Ingrid Bergman perchè si sono sempre distinte per la loro sobrietà.
Ne “La Parisienne” c’è tutta l’essenza della donna parigina e dello stile “contaminato” che la contraddistingue, ma con l’Unione Europea possiamo tutte sentirci parisiennes, no?. Ecco allora che, per Inès, il vestito da sera andrebbe indossato con la borsetta di paglia e non con la pochette, con un semplice sandalo super flat effetto nudo al posto dei tacchi alti. Bisognerebbe osare il filo di perle della nonna su una T-shirt rock&roll e non su un tailleur e  indossare con disinvoltura gli stivali consunti da motociclista sotto un vestito di chiffon. Provare, ancora, a stupire di giorno con il collier di diamanti su una camicia jeans o accostare un pull di paillettes sui pantaloni da uomo.
Stimo Inès e consiglio a tutti il suo vademecum per parissiennes, ma per quel poco che può valere il mio di consiglio è che saper mixare è una gran dote, si può anche imparare se non la si ha nel proprio dna, ma cadere nel baratro del trash è un attimo. Quindi, se non siete sicure dell’effetto finale (perché non c’è niente di più avvilente che indossare un abito senza il mood giusto) non osate che è meglio. Ci sono tanti completini carini sui manichini delle vetrine! D’altronde, come dice Inès, lo stile prima di tutto..


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