giovedì 27 settembre 2012

My 1° Christmas Wish list




Natale è vicino, le collezioni in store e le idee più che chiare: Babbo Natale, se ci sei, inizia a darti da fare che 
la lista è lunga. E, soprattutto, questa è solo la 1°..



Gennarino – Cioè, scherziamo? Mi sa che solo io & la mia amica – naturalmente fashion blogger - Zimo ancora non lo abbiamo trovato. Moschino datti una mossa perché il mio Iphone ha bisogno di un vestito nuovo.







Benedetta Bruzziches bag – Una Carmen per l’esattezza. Ma, a pensarci bene, aggiungo anche un modello Cabaret, possibilmente color argento.






    
  

 “It’s your song, Gianni Versace e Antonio d’Amico quindici anni di vita insieme” – La pigrizia di ordinarlo su Amazon mi impedisce di averlo. E’urgente questo, speriamo mi legga anche Sant’Andrea.





       
   

Decolletes sling back Rockstud Noir di Valentino – Serve sempre una scarpa nera, cavolo! E come fai poi a non prendere anche la pochette? 










Gangster Briefcase Lanvin – Non posso proprio farne a meno, dove dovrei metterli altrimenti il blocco per prendere appunti, la penna, l’Ipad e il necessaire?







Un cane & due nuovi pesci rossi – Possibilmente pesci che sopravvivano per più di due giorni. E possibilmente un carlino affettuoso e pigro come la padrona, da chiamare Tonino o Agamennone.








Dress Oscar de la Renta – E’ tornato di moda il matrimonio, ti pare che il prossimo anno non ne abbia almeno uno? Andiamoci con un signor vestito allora!









Un viaggio – Uno di quelli che ho sempre sognato, che sia in Cina, in Giappone, in Argentina o in Brasile. 










Abbonamento Harper’s Bazar 2012/2013 – Per i dettagli dell’abbonamento basta fare una telefonata a Rinal, lui sì che me l’ha regalato..









Un vestito firmato Caterina Gatta – Amo le sue collezioni e odio non averci pensato io a diventare famosa sfruttando le stampe vintage.






Un tostapane – Anche piccolo, ma che poi non puzzi di bruciato per tre giorni. 






E infine, dulcis in fundo ma solo per ora, un'ultima richiesta:



TEMPO per scrivere più post nel mio blog
TEMPO per telefonare di più alle amiche
TEMPO per non avere più scuse per la palestra
TEMPO per provare ricette
TEMPO per le mie ricerche
TEMPO per lavorare meglio
TEMPO per finire di guardare un film
TEMPO per finire un libro
TEMPO per evitare la ceretta all'alba
TEMPO per sistemare l'armadio
TEMPO per tutto ma alla fine sono FELICE



mercoledì 19 settembre 2012

Quando il Low Cost NON è sinonimo di Style



Tutte vestono low cost.
Tutte parlano dei negozi low cost.
Tutte sono fan del low cost.
Ok. Ci sto. In parte.

Ma più che prendere una brutta piega, il fenomeno è diventato una piaga. Risparmiare fa bene alla salute e al portafoglio, sai che novità, ma se c’è una cosa su cui invece si dovrebbe investire sempre di più è la PERSONALITA’, care mie.  
A vestire low cost si corre il rischio di vestire tutte uguali. Ma lo stile, au contraire, non dovrebbe ammettere distinzioni? Non voglio fare di tutta un’erba un fascio, sia mai, chi di noi oggi non compra low cost, tuttavia, un esempio: se costano meno di 15 euro e rispondono a dettami della moda(molto)relativamente attuale(con un margine, almeno almeno, di 14 mesi circa) come la stampa bicolor stile azteco, non vi viene il dubbio che il fottuto mondo intero abbia acquistato quel paio di leggins da Tezenis? (pardon per il periodo molto articolato)

Ma la gente, mi chiedo, non si guarda in giro? O meglio, non s’informa? Forse no, eppure tutte fan sfegatate di Carrie Bradshaw, copertine sul diario di Facebook che manco fosse stata girata due giorni fa la serie, aforismi triti e ritriti di Coco Chanel che, porco cane, se da lassù se ne accorge si maledice, tutte fashion blogger e poi? Tutte uguali, pensando di aver fatto l’affare del secolo comprando una borsa secchiello in eco pelle a meno di 30 euro. Bah.

MIX&MATCH- Sì, il termine ce lo ha insegnato ventimila anni fa il gioco Gira la Moda, ma mettiamolo in pratica una buona volta!E con criterio, che non significa MASCHERARSI. Ci sono capi a cui il low cost non arriverà mai, fatevene una ragione, e sarebbe bello che i soldi buttati per comprare 114 maxi pull a 19,99 euro l’uno di pelo di coniglio nano, perché non ditemi che può essere chiamata lana, fossero investiti per qualcosa di più costruttivo.
Non vi hanno detto da piccole che certi accessori si lasciano in eredità? E se indossate un vintage di vostra madre non vi viene subito pensato che “Prima i vestiti li facevano come Cristo comanda”?

Andare da H&M e da Zara, per quanto conveniente (e poi e poi, ormai, da Zara) non è una mossa così strategica. Scovare sul web il sito di nicchia che, mi pare ovvio, non troverete mai pubblicato su Glamour, girare per outlet in cerca di edizioni limitate o prezzi stracciati, comprare il Nécessaire: questi sono AFFARI, anche in tempi di crisi.


Sì al low cost ma con la spia ON accesa sull’emisfero destro del cervello allora, ricordare il proverbio “Chi più spende meno spende” e sì a un bel salvadanaio per comprare una borsa sensata invece dell’ennesimo foulard a 4,99 euro!

Bisou
Flavia la saggia