Non sono tarda, al massimo
ritardataria. Ma neanche, sono quasi sempre puntuale. E’solo che stavolta ho avuto
bisogno di tempo per metabolizzare la notizia e, soprattutto, farmi un’idea chiara.
C’è da dire, però, che non mi sono allontanata molto dalla prima reazione che,
pressappoco, è stata: “oh cazzo”.
Non sto parlando del
Conclave naturalmente, ma della prima sfilata di Haute Couture di H&M durante
la settimana della moda parigina. Adoro la politica di H&M, compro da
H&M, sono fan delle collaborazioni con i Grandi stilisti e sono fermamente
convinta che il marchio svedese di fast fashion passerà alla storia. Detto
questo, quando è troppo è troppo.
Dov’è finita l’Alta Moda? Dove
sono finiti quegli abiti meravigliosi che avanzavano sinuosi sul catwalk,
quelle opere d’arte allergiche ai portafogli e ai corpi dei più? Come si può
sdoganare con tanta naturalezza il Musée Rodin, scenografia di maestri come Christian (Dior) &
Yves (Saint Laurent)?
“Siamo entusiasti della
linea e abbiamo deciso di mostrarla”. Così il portavoce del gigante del low
cost Hacan Andersson. Ok, detto fatto. Ma a Parigi? Non sono d’accordo, non
avrebbero dovuto permetterglielo.
Mi sta bene il testimonial
famoso (la prossima, secondo i rumors, potrebbe essere Beyonce). Mi stanno bene
le capsule collection di Versace, Cavalli, Lanvin, Marni e via dicendo. Le ho trovate geniali, per la verità. Geniali perché nuove, diverse e organizzate
ogni volta in maniera eccepibile. Ma è pur sempre un connubio temporaneo in cui
A e B uniscono sì le forze, ma mantengono ben divisi i ruoli: da un lato il low
cost, dall’altro una grande Maison. E invece stavolta hanno fatto il grande salto,
quello nell’Olimpo delle Griffe. Ci ho provato, ma non mi va giù.
Che poi la collezione non è
male, non aveva proprio torto Andersson. Androgina, austera e quasi monocolore,
sarà disponibile in 200 punti vendita nel mondo e online a partire dal prossimo
5 settembre. E’ solo che avrei preferito un altro tipo di occasione e di
location per la sfilata. Ecco tutto.